martedì 12 agosto 2014

IL TRAINING MENTALE DEL FONDISTA - Mental Training for Long Distance Runners by Daniela Ripetti Pacchini


Introduzione (The English translation follows the Italian *)

Le gare di fondo appaiono terreno d'elezione per l'applicazione di strategie 'ipnotiche' e autoregolative  in genere.
Con autoregolazione, s'intende una condizione di adeguata flessibilità in cui la persona è capace di rispondere con il maggior numero di risorse e con il minor numero di innecessarie inibizioni, alle richieste situazionali.
L' 'ipnosi' rappresenta un mezzo principe per facilitare  l'autoregolazione.
Essa può essere intesa come un insieme di manovre comunicative interpersonale e intrapersonali (un set più o meno ritualizzato di strategie d'influenza), attraverso cui
l' ipnotizzato sperimenta  una evidente modificazione in senso positivo o negativo dei propri processi neuropsicofisiologici.
Tale modificazione si presenta nel continuum dei livelli di vigilanza, come un momento di transizione  (o 'trance') altamente motivato e immaginifico, caratterizzato da un processo di dissociazione- concentrazione dell'attenzione.
 In questa concezione, la trance, non è considerata come uno stato, bensì una condizione di 'fluttuazione', di particolare plasticità neuro-fisiologica, in cui è possibile attingere a tutte le proprie potenzialità.
Il traning Mentale (T.M.) che viene presentato può essere descritto come un approccio multimodale, cioè come un insieme relativamente sistematico di strategie e tattiche di varia origine e provenienza.
Benché le caratteristiche metaboliche e psicologiche implicate nei vari sport di durata siano nelle grandi linee sempre le stesse, per quanto riguarda le considerazioni sul Training Mentale, ci si riferisce alle corse di fondo nell'atletica leggera e, in particolare, all'esperienza fatta al Centro C.O.N.I. di Tirrenia (Pisa) con il maratoneta Gelindo Bordin, seguito con il T.M. per un anno e mezzo circa prima delle Olimpiadi di Seul.
 In effetti, la maratona, anche per le antiche risonanze inconsce suscitate, può essere ritenuta prototipo e potente metafora di ogni gara dell'uomo con il tempo, i propri limiti interni ed esterni, esperienza-punto-d'accesso ad un momento 'alto' ed altro della mente.
 E' perciò che l'ipnosi, quale tecnica d'attivazione di risorse latenti, sembra connaturata a tale esperienza...."  Continua su "Atletica Studi" (Lug.-Ago.1989) - FIDAL, CENTRO STUDI & RICERCHE a questo link :
http://centrostudi.fidal.it/index.php?option=com_sobi2&sobi2Task=sobi2Details&sobi2Id=119&Itemid=3  
Un mio scritto simile si trova nel libro Psicologia e Sport (Ricerca formazione ed intervento), a cura di Fulvio Carbone e Diego Luparelli (La casa Husher,1991). Tale scritto è stato il testo base del workshop da me tenuto assieme al Dott.G.P.Rossi all' Università di Firenze - Dipartimento di Psicologia, nell'ambito del "Convegno Nazionale di Psicologia dello Sport e delle Attività Motorie" (29-30 Aprile 1989). Si può trovare a questo link (Academia.edu) :
https://www.academia.edu/7880997/_Il_training_mentale_del_fondista_Mental_training_for_long_distance_runners_di_Daniela_Ripetti_Pacchini_da_PSICOLOGIA_E_SPORT_a_cura_di_Fulvio_Carbone_e_Diego_Luparelli








Un altro articolo analogo è stato pubblicato dalla “Rivista Italiana di Ipnosi Clinica e Sperimentale” Anno 9°- N.3 Ottobre 1989. Tale rivista è l’Organo Ufficiale della Società di Ipnosi Clinica – A.M.I.S.I (Associazione Medica Italiana dello Studio dell’Ipnosi) di cui io ero membro durante la mia attività).